Occuparsi di progettazione, costruzione e gestione di impianti di depurazione richiede professionalità e competenze specifiche, soprattutto perché bisogna attenersi a delle normative che obbligano ad effettuarli a regola d’arte.

Di anno in anno le leggi sono sempre più rigorose e i requisiti da rispettare sono costantemente aggiornati, per cui occorre conoscere bene le norme per poter garantire impianti di depurazione rispondenti alle richieste e perfettamente efficienti.

In più, fattore non meno importante per il cliente, bisogna anche ottimizzare i costi e renderli accessibili, garantendo al tempo stesso soluzioni all’avanguardia per tutte le esigenze. Affidarsi a ditte esperte del settore è dunque fondamentale per ottenere lavori certificati ed eseguiti con la massima cura. Scopriamo di seguito come funziona un impianto di depurazione.

Come funziona un impianto di depurazione

Un impianto di depurazione acque ha lo scopo di ripristinare l’equilibrio idrico naturale all’interno delle case o delle industrie. Ciascun impianto viene realizzato in base al numero di persone che sono collegate alla rete fognaria e si suddivide in svariate sezioni, anche in base alla tipologia di utenti a cui si rivolge.

Infatti, un impianto di depurazione per l’abitazione ha una struttura e un funzionamento differenti rispetto a quello che viene realizzato per un’industria o una fabbrica. Quando il carico delle acque reflue è maggiore l’acqua non riesce a depurarsi seguendo i naturali processi, per cui bisogna intervenire per ripristinare questo equilibrio con un impianto di depurazione acque reflue.

Le acque reflue confluiscono in una rete fognaria e vengono poi incanalate negli impianti di depurazione tramite dei collettori. Molto spesso però occorre sollevare i liquami portati dal collettore e sottoporli ad un ulteriore trattamento.

In una prima fase le acque reflue vengono trattate con la grigliatura, durante la quale tutto il materiale visibile come carta, plastica, legno e altro vengono rimossi. Poi le acque vengono trattate per dividere sabbie e liquidi dall’acqua tramite una naturale sedimentazione.

Le sostanze disciolte e i solidi sospesi vengono eliminati nella vasca a fanghi attivi. Il processo è basato sull’azione metabolica di batteri e microrganismi che per la loro attività e riproduzione sfruttano le sostanze organiche e l’ossigeno disciolti nel liquame.

Impianto di depurazione a fanghi attivi

Un impianto di depurazione a fanghi attivi è fra le tecnologie più diffuse di depurazione delle acque reflue in edifici isolati e non allacciati alla rete fognaria. Rispetto alla fossa settica, questo tipo di impianto, oltre a separare i fanghi e la schiuma nelle acque reflue, tramite l’uso di un sistema di insufflaggio di aria, ha anche il compito di aerare la camera di trattamento.

Questo particolare processo favorisce la riduzione di volume dei fanghi e fa aumentare la concentrazione dei solidi, che si presentano sotto forma di fiocco di fango, appunto fango attivo. Una volta che questo processo volge al termine, avviene la separazione dei fiocchi di fango dal liquame mediante la sedimentazione finale nella vasca predisposta. Parte dei fiocchi vengono rimandati a monte per sfruttare la loro attività biologica sui nuovi liquami che sopraggiungeranno.

L’acqua che esce dopo essere stata sottoposta alla sedimentazione finale può essere quindi considerata pulita e ritornare nel corso d’acqua superficiale. Per limitare il fosforo e l’azoto nello scarico finale vengono usati altri tipi di trattamenti. Per eliminare il fosforo viene aggiunto un prodotto flocculante durante il processo di depurazione, mentre per eliminare l’azoto vengono introdotti speciali batteri nelle vasche di ossidazione.